La Statua della Vergine Addolorata di Agrigento

La Statua della Vergine Addolorata di Agrigento
Un simbolo di fede, arte e intensa spiritualità popolare

La statua della Vergine Addolorata, custodita nella chiesa omonima di Agrigento, è senza dubbio l’immagine sacra più venerata dalla comunità agrigentina. Situata nella nicchia centrale dell’altare maggiore, rappresenta da secoli un punto di riferimento spirituale e culturale per fedeli e visitatori.

Nonostante non siano disponibili fonti certe sulla committenza, è probabile che sia stata realizzata per volere della Confraternita dei Sette Dolori, attiva nella chiesa fin dal 1702. Tradizionalmente attribuita allo scultore Filippo Quattrocchi (1734–1818), recenti studi collocano l’opera intorno alla metà del XIX secolo, rivelando caratteristiche neoclassiche e un’intensità espressiva distante dalla grazia settecentesca.

L’opera che parla al cuore
Sebbene non venga celebrata per i suoi “alti” pregi artistici, la statua dell’Addolorata colpisce per la sua forza comunicativa: è un’immagine che parla al cuore. Il volto della Vergine, nella sua espressiva immobilità, cattura lo sguardo di chiunque si fermi ad osservarla. La testa, lievemente sollevata e rivolta a sinistra, mostra un pallore struggente; gli occhi, sollevati e fissi al Crocifisso, trasmettono una compassione profonda e silenziosa. Il manto, che scende rigido coprendo interamente capelli e orecchie, sottolinea la solennità della figura, evocando con intensità la scena evangelica della Madre sotto la croce: Stabat Mater dolorosa, iuxta crucem, lacrimosa.

Una storia di fede e resilienza
La statua è stata più volte spostata per motivi di sicurezza e restauro, in particolare dopo la frana del 1966. Tra le sue tappe: le chiese di San Girolamo e Santa Croce. Fu restaurata nei primi anni del Novecento dallo scultore Calogero Cardella, autore di numerose opere lignee nella provincia agrigentina, e nuovamente negli ultimi decenni, con il recupero del colore originale e di dettagli come il motivo decorativo dei sandali.

Devozione e tradizione
Ogni sabato i devoti si recano in pellegrinaggio al Santuario dell’Addolorata, mentre il Venerdì Santo la statua viene portata in processione per le vie della città. Nel 1952, in occasione dei vent’anni di episcopato di Mons. Giovanni Battista Peruzzo, la statua fu incoronata dal Cardinale Ernesto Ruffini. Nel 1975, per l’Anno Santo, le furono donate una nuova corona e un pugnale in oro, realizzati dall’orafo Scafidi della ditta Fiorentino di Palermo grazie alla generosità del confrate Salvatore Mendola.

Oggi la Vergine Addolorata continua a rappresentare un legame profondo tra il popolo di Agrigento, la fede e la memoria collettiva, tra arte e pietà popolare. Una presenza silenziosa, che con il suo sguardo parla ancora ai cuori.

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